Vigili ciclisti, storia del fallimento dei pizzardoni a due ruote

Siamo abituati a vederli sfrecciare sulle volanti, al massimo a bordo di una moto, o camminare a piedi, in divisa, per le vie del centro storico. In pochi pensano alla bicicletta come mezzo di servizio di un agente di Polizia. Forse qualche romano ricorderà giusto la scorta a Ignazio Marino, l’ex sindaco ciclista. E invece i vigili urbani pedalavano fino a qualche anno fa, impiegati in ordinari servizi di controllo sul territorio. Facevano parte dell’unità operativa GSSU (Gruppo Sicurezza Sociale Urbana), quando ancora il gruppo si occupava per lo più di commercio abusivo.

“Erano importanti per intervenire in sicurezza fermando chi scappava con la merce in mezzo alla folla” ci spiega l’ex comandante del GSSU Maurizio Maggi, a capo della sezione durante la consiliatura di Gianni Alemanno, primo a istituire le due ruote per gli agenti. Fermare un ambulante con una bicicletta può avere discreti vantaggi: se si tratta di un inseguimento lo raggiungi più rapidamente che a corsa, oppure puoi bloccarlo durante un controllo senza dare troppo nell’occhio, e senza dargli il tempo di fuggire. Specie per le strade del centro, regno dell’ambulantato di ogni foggia, o intorno ai monumenti assaltati dai turisti.

“Siamo partiti con poche bici, un po’ un esperimento – ci spiega Maggi – poi sono piaciute e ne sono state aggiunte altre. Siamo arrivati a circa una quindicina, finché sono stato a capo dell’unità”. Impiegati non più solo per la caccia agli abusivi, in mountain bike i vigili hanno iniziato a percorrere anche le piste lungo il Tevere, a tutela dei ciclisti. Controlli per scongiurare il passaggio dei mezzi pesanti, multare le auto parcheggiate sulle corsie, e fermare il proliferare di accampamenti di senza tetto, di rifiuti, di dissesti sull’asfalto. Avanti e indietro per la dorsale Colombo da ponte Sublicio a via Guglielmo Marconi e da via Laurentina via delle Tre Fontane, poi sulla pista di collegamento Nocera Umbra-Furio Camillo fino a via Appia Nuova, su quella di via Zabaglia da via Rubattino e lungotevere Testaccio. E nel 2012, per volere dell’allora assessore all’Ambiente Marco Visconti, arrivò addirittura la pedalata assistita: 12 nuovissime biciclette elettriche.

Si trattava di personale reclutato tra gli agenti del Corpo su base volontaria. Una figura, oggi sparita, che gli affezionati alle due ruote un po’ rimpiangono. “Che fine hanno fatto i poliziotti in bici?”. Se lo sono chiesto ieri mattina gli attivisti presenti alla commissione Mobilità interamente dedicata al tema di Roma ciclabile. “Andrebbero recuperati viste le condizioni pessime in cui si trovano le nostre ciclabili” ha dichiarato Fausto Bonafaccia, di Bici Roma, tra i primi a chiedere anni fa la loro istituzione. Che fine hanno fatto? Alcuni dei mezzi sono serviti per la scorta all’ex sindaco Marino, che era solito muoversi in bici, altri semplicemente non sono più stati utilizzati, anche a seguito delle diverse e nuove funzioni affidate allo stesso GSSU dall’ex comandante Raffaele Clemente all’interno di un generale riassetto del Corpo. Insomma, in diversi ne chiedono il ripristino, un po’ sentinelle delle ciclabili, un po’ angeli custodi dei ciclisti.

In collaborazione con: romatoday